S09.2 Catalogazione ed informatizzazione, R.E.I.S., L.I.M., teche e servizi di produzione multimediale (fototeca, cartoteca,nastroteca, filmoteca,biblioteca).
La pubblicazione raccoglie i manifesti che sono stati prodotti in occasione di attività, iniziative e manifestazioni svolte dalle strutture del Dipartimento. Le iniziative promosse e realizzate a partire dal 1977 sono cosi sintetizzate in immagini che tracciano l’itinerario intrapreso dall’Assessorato, teso alla conoscenza, valorizzazione e promozione dei beni e della cultura nella Regione.
Le pagine che seguono sono rivolte a chi decide di "fare un libro", sia nel senso di scriverlo sia in quello di prepararlo per la stampa. Nell'opera sono affrontati i principali temi relativi sia al libro tipografico sia a quello elettronico (e-book), ultima frontiera dell'editoria, oltre ad alcuni capitoli dedicati agli argomenti connessi alla pubblicazione di un volume (il contratto di stampa, il diritto d'autore, il deposito obbligatorio, ecc.).
E difficile dire oggi come cambierà l'arte tipografica. Abbiamo assistito a un cambiamento epocale con la nascita della stampa a caratteri mobili in Occidente nel XV secolo, che tra il XIX e il XXI secolo ha subito numerose innovazioni che hanno modificato significativamente la tecnica di stampa. Ad esempio la macchina per la fabbricazione continua della carta, il miglioramento tecnico del torchio (che ha consentito una maggiore produzione), l'introduzione della monotype e della linotype, la fotocomposizione e il conseguente abbandono dei caratteri di piombo per arrivare alla rivoluzione digitale: la nascita degli e-books, definita "la quarta rivoluzione".
[…]
A conclusione di questo lavoro devo ringraziare Anna Maria Cuccia che nel corso degli ultimi anni ha letto le numerose versioni di questo lavoro, proponendo correzioni e integrazioni. Un ringraziamento anche alla dott.ssa Giulia Davì, Dirigente responsabile del CRICD e al dott. Enrico Carapezza, Commissario straordinario del CRICD, che hanno accettato di pubblicare questo lavoro.
Nel corso dei miei studi di codicologia comparata e di bibliologia, ho avuto modo più volte di notare come molti degli elementi costitutivi del libro antico a stampa sono simili a quelli dei manoscritti, sia occidentali sia orientali. Non è infatti un caso che l'arte della stampa fosse chiamata ars artificialiter scribendi, intesa come un'imitazione dell'ars naturaliter scribendi, cioè della scrittura dei manoscritti. Nel corso di questo volume, ho quindi cercato di descrivere le caratteristi che principali del libro antico in senso sia sincronico sia diacronico, cercando di descrivere gli elementi essenziali che lo costituiscono e la loro storia.
[…]
A conclusione di questo lavoro, ho un debito di gratitudine verso numerose persone. In particolare ringrazio il professor Antonino Giuffrida e il professor Momme Brodersen per avermi offerto l'occasione di tenere due cicli di lezione sul libro antico presso l'Università degli Studi di Palermo negli anni 2010 e 2011. Ringrazio poi la dottoressa Laura Cappugi, dirigente responsabile della U.O. XI del CRICD, per aver consentito l'utilizzo delle attrezzature specialistiche del suo ufficio per l'acquisizione di alcune immagini, e Rosalba Arcare che con competenza ha proceduto alla loro realizzazione. Un ringraziamento anche alla dottoressa Maria Maddalena Milazzo, i cui utili suggerimenti mi hanno consentito di rendere l'opera più leggibile e ad Anna Maria Guccia che ha pazientemente letto le numerose versioni di questo lavoro fornendomi consigli e suggerimenti. Un ringraziamento infine al dottor Enrico Carapezza, Commissario straordinario del CRICD, e alla dottoressa Giulia Davi, direttore del CRICD, per aver accettato di inserire quest'opera tra le pubblicazioni di questo Istituto.
La definizione di libro che si trova nei vocabolari italiani, è quella di «Complesso di fogli, a stampa o manoscritti, della stessa misura, stampati o manoscritti, e cuciti insieme così da formare un volume, fornito di copertina o rilegato». Questa definizione per fotografa un particolare momento nella lunga storia del libro, che oggi appare inattuale anche alla luce delle nuove tecnologie. Infatti, sia il rotolo di papiro, carta o pergamena sia il libro elettronico (e-book) non potrebbero essere definiti libri, in quanto non costituiti da fogli piegati e cuciti insieme. Se poi allarghiamo l’indagine al libro dell’Estremo Oriente (cinese, giapponese, indiano, ecc.) neanche questi possono essere definiti libri, perché non rispondono ai requisiti richiesti dalla definizione fornita nei vocabolari. In quest’opera, in oltre 9.000 lemmi, sono definiti i principali termini sia del libro manoscritto, sia del libro a stampa, sia di quello occidentale che di quello orientale.
Il vocabolario italiano della Treccani, definisce il libro «complesso di fogli della stessa misura, stampati o manoscritti, e cuciti insieme così da formare un volume, fornito di copertina o rilegato». All’interno di questa definizione generica, bisogna però distinguere tra il libro occidentale e del Vicino Oriente araboislamico, cioè il libro composto da fascicoli, ovvero da due o più fogli di carta o pergamena, o più raramente di papiro, piegati un certo numero di volte e inseriti uno dentro l’altro in modo da consentire il loro fissaggio attraverso la cucitura sul dorso, e il libro asiatico, che generalmente non è costituito da fascicoli. Appare quindi di tutta evidenza come la definizione di libro, seppure generica, si riferisca a un manufatto con precise caratteristiche fisiche, escludendo il rotolo, di papiro, pergamena o carta che non non abbia certe caratteristiche. Un’interessante definizione di libro ci viene fornita da J.P. Losty (1982,5): «Cos’è un libro? Fisicamente, si potrebbe dire, essere una collezione di pezzi di carta delle stesse dimensioni tra due copertine tenute insieme da colla e spago. In un altro senso, esso è il contenuto intellettuale trasportato dalle parole che sono scritte o stampate sulle pagine. Tutte le culture sono d’accordo con quest’ultima definizione; relativamente pochi sarebbero d’accordo con la prima definizione. Duemila anni fa nel mondo Mediterraneo un libro era fisicamente un lungo rotolo di papiro o pergamena. Nello stesso tempo in Cina vi era una collezione di sottili strisce di bambù o di pezzi di seta».
Avviene così che scienze come la codicologia e la bibliologia studino il libro nel tradizionale formato Occidentale costituito da fascicoli, non trattando quello che non ha la forma del libro costituito da fascicoli, come quello asiatico.
«non esiste una "maniera giusta" ed una "maniera sbagliata" di fare una bibliografia, ma modi diversi, secondo usi e standard nazionali, internazionali o di settore (medico, legale, scientifico, ecc.)». Ognuno è libero di utilizzare lo standard di citazione bibliografica che ritiene più utile, purché siano presenti tutti gli elementi ritenuti utili per la corretta identificazione dell'opera.
[...]
Questo libro è stato scritto "a quattro mani", confrontandoci su ogni passaggio e verificando le principali opere di riferimento. Non abbiamo così ritenuto opportuno distinguere l'autore di ogni capitolo o paragrafo, in quanto l'opera è da considerare espressione comune del nostro pensiero.
La pubblicazione di questo Quaderno costituisce il risultato di un’attività che il Centro per il catalogo e la documentazione ha intrapreso lo scorso anno di concerto con alcuni Istituti scolastici di Palermo e con la preziosa collaborazione della Soprintendenza del Mare. Lo spirito con cui si è dato vita al progetto è stato quello di attivare concrete sinergie con le Istituzioni scolastiche che operano nel territorio per mettere in atto una sempre più efficace opera di familiarizzazione nei confronti delle tematiche inerenti i beni culturali e ambientali del territorio regionale e suscitare al contempo mirati interessi dei giovani verso tali beni che per quantità e qualità costituiscono un prezioso patrimonio che va conosciuto, indagato, tutelato, valorizzato e fruito.
L’iniziativa che si presenta si inserisce nell’ambito delle direttive enunciate nei documenti programmatici della Presidenza della Regione Siciliana dove un ruolo di primo piano, negli obiettivi strategici, occupano le iniziative volte ad individuare percorsi sempre più concreti con le componenti scolastiche. La scuola, senza dubbio, riveste un ruolo determinante in quanto punto di raccordo tra le diverse istituzioni pubbliche e private che operano nel territorio con l’obiettivo di trasmettere i saperi ad una fascia di fruitori più ampia, individuare percorsi formativi volti ad attivare una sempre più mirata consapevolezza da parte delle giovani generazioni della valenza del patrimonio culturale e ambientale non solo in termini di “complesso” di beni da conoscere, tutelare e fruire ma anche come risorsa in grado di offrire possibili sviluppi occupazionali. Il Centro, in tale direzione, ha voluto allargare il raggio di interlocuzione oltre i canali istituzionali in materia di catalogazione rivolgendosi al mondo della scuola; si è dato vita così ad un progetto finalizzato ad avvicinare i giovani discenti al mondo della catalogazione dei beni culturali per rendere protagonisti e attori essi stessi del processo di conoscenza, funzione precipua del Catalogo. La catalogazione infatti come ben definita da Oreste Ferrari è un “processo di conoscenza permanente” e mette in moto un intervento ricognitivo dei beni finalizzato non solo alla loro individuazione, localizzazione, definizione e descrizione ma anche alla comprensione e ricostruzione del contesto socioculturale che li ha prodotti e a cui sono strettamente legati; ma per far sì che questo processo sia scientificamente valido è necessario servirsi di strumenti metodologicamente corretti che permettano la più esaustiva e ampia indagine dei beni. Il modulo schedografico quindi si pone come strumento di conoscenza suggerendo al catalogatore quesiti ma allo stesso tempo chiavi di lettura e di interpretazione: gli oggetti catalogati vengono analizzati nelle loro componenti percettive e ricomposti nelle loro relazioni con altri beni, luoghi, persone, avvenimenti in una complessa e globale lettura. In tal senso si è voluto far conoscere agli alunni degli Istituti scolastici una metodologia di intervento che, attraverso la redazione di schede di catalogo, ha attivato un percorso di approfondimento sui beni archeologici quali elementi di un passato remoto di cui spesso sono gli unici testimoni; segni di attività umane e di una cultura artistica e materiale che essi hanno contribuito in parte a definire e che oggi ci aiutano a ricostruire e identificare. Appare, a nostro avviso, quanto mai necessario e ineludibile creare una coscienza diffusa che ponga l’attenzione sul fatto che il “valore aggiunto” del nostro patrimonio culturale è proprio nel suo continuo integrare musei, chiese, paesaggio, territorio, persone, in una sola parola il contesto che è il bene culturale più prezioso. Operando in tal senso, oltre che costituire un denominatore comune per quanto concerne la catalogazione in ambito regionale tramite l’adozione di percorsi concordati e utilizzando le stesse metodologie, si dovrebbe poter arrivare alla formazione di personale qualificato per una futura occupazione nell’ambito dei beni culturali e ambientali.
Ci auspichiamo di avere contribuito anche se in piccola parte al percorso formativo degli alunni avvicinandoli al mondo delle Istituzioni dei beni culturali e alle attività che queste svolgono nel tentativo, speriamo riuscito, di colmare uno iato che spesso si avverte tra i cittadini e la pubblica amministrazione. Mi è gradito, infine, esprimere i più vivi ringraziamenti al Soprintendente, al Dirigente del Servizio dei beni archeologici e al personale della Soprintendenza del Mare; ai Dirigenti degli Istituti scolastici che hanno aderito al progetto; ai docenti per l’impegno profuso; agli studenti per la concreta e attiva partecipazione; al Presidente della Società siciliana per la Storia Patria, al personale tutto dell’Istituto e al Direttore del Museo del Risorgimento per la disponibilità e collaborazione; al Comandante della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, al Direttore e al personale del Museo di Terrasini per la gentile ospitalità; al personale del Centro che si è prodigato per la realizzazione del progetto e a quanti hanno reso possibile questa iniziativa.
Enrico Caruso – Alessandra Nobili (a cura di), Le Mappe del Catasto Borbonico di Sicilia. Territori comunali e centri urbani nell’archivio cartografico Mortillaro di Villarena (1837-1853), Palermo 2001.
Composto da 426 carte, l’archivio Mortillaro di Villarena, costituisce un complesso documentario di grande valenza storico-culturale per le preziose informazioni contenute sull’assetto del territorio urbano ed extraurbano dei comuni della Sicilia preunitaria. La pubblicazione delle mappe del catasto borbonico si propone di restituire alla pubblica fruizione questo articolato ed ingente patrimonio documentale della storia dell’Isola, i cui originali sono conservati presso il Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione.
Fosco Maraini, Il Miramondo. 60 anni di fotografia, Firenze 2002.
Antologia iconografica ed autobiografica del famoso antropologo e orientalista che mette in parallelo mondi, anzi universi, distanti nello spazio e vicini nello spirito. Suggestioni ed esperienze di vita raccontate per immagini straordinariamente efficaci, nelle quali la Sicilia non è una semplice percezione ma un sentimento consapevole.
Un soffitto enciclopedia non più ripetuto e senza eguali, così Ferdinando Bologna ha definito il mirabile capolavoro dell’arte medievale siciliana che Manfredi Chiaromonte commissionò nel 1377 a Simone da Corleone, Cecco di Naro e Pellegrino Dareno, per la Sala Magna del suo palazzo palermitano: lo Steri.
Lo straordinario e multiforme tessuto pittorico, che si estende su travi, lacunari e mensole, è articolato in cicli iconici e narrativi tratti da poemi omerici, testi biblici, romanzi cavallereschi, arricchiti da decorazioni floreali e geometriche di derivazione moresca ed iscrizioni in lingua latina. Una fitta trama che, pur nella sua magnificenza rappresentativa, non risulta di facile lettura ed interpretazione.
Un progetto di documentazione analitica ed integrale, condotto dal Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali in collaborazione con il Dipartimento di Rappresentazione dell’Università di Palermo, si è tradotto in una prestigiosa pubblicazione, in coedizione tra il Centro e l’Istituto Geografico Militare di Firenze.
Il volume, che presenta in sistematica sequenza le immagini a colori di tutte le parti del soffitto - 346 elementi suddivisi in travi, pannelli, lacunari, mensole - consente oggi una lettura dettagliata delle scene narrative, agevolata dagli apparati descrittivi che ne illustrano il contenuto.
Canti Popolari di carcere e mafia di Antonino Uccello, con due CD allegati, primo numero della collana Archivio Sonoro Siciliano, in italiano e inglese, Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione.
Seconda edizione, riveduta, degli originali in vinile: Era Sicilia, 1974, collana Folk n.22 della Fonit Cetra (Cetra lpp. 238) e Canti popolari di carcere e mafia, 1976, collana Folk n. 42 della Fonit Cetra (Cetra lpp. 299). Realizzazione editoriale in collaborazione con l’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Raccogliere per conservare, conservare per comunicare: questo il senso ultimo della Nastroteca del Centro regionale per il catalogo e la documentazione, istituzione che si pone nel territorio regionale quale deposito naturale d'informazione e raccolta di tutta la materia sonora e musicale.
L'attività editoriale fa sì che un archivio documentale non si configuri come mera conservazione, scatola chiusa di contenuti, ma impulso attivo alla conoscenza e all'ascolto che garantisca la circolazione e lo scambio dei documenti, veicolo di messaggi e valori, presupposto di ogni crescita civile e collettiva.
Il recupero per una pubblica fruizione di un patrimonio sonoro della nostra Isola, inedito o poco conosciuto, è il principio ispiratore che guida la realizzazione di questa collana editoriale Archivio Sonoro Siciliano.
Questo numero presenta i canti registrati negli anni '60 da Antonino Uccello, antropologo illustre quanto attento e scrupoloso ricercatore, pioniere nella sua infaticabile attività di ricostruzione della cultura tradizionale, la cui importanza è testimoniata dalla Casa museo di Palazzolo Acreide a lui intitolata.
Gaetano Pennino (a cura di), terzo volume della collana Archivio Sonoro Siciliano, in italiano e inglese, con due CD allegati, Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e Ambientali e della Pubblica Istruzione. Documenti sonori inediti degli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Introduzione di Giorgio Adamo con un saggio di Sergio Bonanzinga.
L'intenzione di catalogare gli strumenti musicali di interesse storico, organologico, musicologico, artistico e musicale conservati in Sicilia, che è all'origine di questo volume, è emblematica di una fondamentale sfida scientifica, la comprensione delle dinamiche che definiscono un campo del reale, una sfida coraggiosa se non altro per l'impossibilità di astrarre un'immagine definita di un insieme dal veloce mutare delle molte variabili che concorrono a formarlo.
Un catalogo e le parti di cui esso è fatto, le schede con i loro campi distinti, confinanti e sconfinanti, è un'idea filosofica prima che uno strumento di messa in ordine materiale e logico. L'avvento dell'era informatica ha accelerato e agevolato l'attuarsi in vari campi di,quest'idea. Le schede cartacee dei cataloghi di una volta, che tutti abbiamo più o meno conosciuto, da una parte accennavano nel formato, negli inchiostri, nelle calligrafie o nei segni differenziati delle macchine da scrivere ad alcune particolarità umane accessorie; dall'altra richiedevano espressamente l'accomodamento mentale di chi le sfogliava per il loro variare in base al mutamento nel tempo dei criteri con cui venivano redatte. Caratteristiche che denunciavano la difficoltà di considerare il patrimonio catalogato un insieme coerente, e in pari tempo la necessità di vederlo come tale per astrarne le qualità ricorrenti. Un'impresa che sembra potersi realizzare nei cataloghi informatici non tanto per la loro apparenza asettica e indifferente; si fa presto infatti ad accorgersi che, se manca in essi la presenza tangibile del tratto, non scompare la soggettività del catalogatore rivelata comunque dalle sue scelte e dai suoi errori amplificati e moltiplicati in modo irrimediabile. E neanche per l'unicità con cui ci appare ogni scheda, isolata e indipendente dalle altre e per l'ordine continuamente ricreato e variabile in cui è possibile disporle, cose che comunque fanno parte di un'apparenza che non compone i termini dell'aporia 'singolare/ generale. L'innovazione decisiva dell'informatica, che agevola l'applicazione dei principi, è di fissare uniformemente per tutti (tutti gli oggetti e tutti i catalogatori), e in linea teorica definitivamente, i criteri dell'analisi a cui deve essere sottoposto ogni individuo di un insieme. Cosicché il lavoro di elaborazione che li definisce può procedere anche gradualmente e lentamente, può articolarsi per fasi successive anche complesse senza perdere (li vista l'intero, e può trovare strumenti esemplificativi in corso d'opera, come un volume a stampa: i termini di riferimento per quanto astratti e generali oppure specifici e particolari non andranno persi e neanche travisati. Il lettore di questo volume non sfuggirà a nflessioni di questo genere, accogliendone le sollecitazioni che provengono dal materiale stesso oggetto dello studio e dal taglio disposto dai curatori. La sfida è in questo caso particolarmente coraggiosa e intrigante in quanto rivolta a un campo di confine tra discipline fisiche, matematiche e umanistiche, tra tecnologia e arti applicate. Ricordo bene come ebbe inizio il lavoro. Ero allora direttore del Dipartimento Aglaia, che comprendeva l'ex Istituto di Storia della musica dell'Università di Palermo, quando ci giunse dal CRICD l'invito a un impegno comune per predisporre una scheda per la catalogazione degli strumenti musicali di interesse culturale. Non era la prima collaborazione tra i due Enti (Dipartimento e Centro Regionale del Catalogo) e le buone esperienze che riguardavano specialmente l'archivio di Luigi Rognoni, la sua conservazione e la sua pubblicità, ci resero subito proclivi ad accettare l'invito e ottimisti sull'esito della nuova intrapresa. Da qualche anno, per altro, avevamo la fortuna di contare tra i giovani interessati alla ricerca Giovanni Paolo Di Stefano, attratto fin da giovanissimo dall'organologia, e capace di costruirsi in breve tempo una notevole esperienza e competenza nella storia e nella tecnologia degli strumenti musicali. Accanto all'etnomusicologo Girolamo Garofalo del nostro Dipartimento e in collaborazione con l'antropologa Selima Giorgia Giuliano e con la storica dell'arte Sandra Proto, entrambe del CRICD, avrebbero costituito un gruppo in grado di mettere le basi e affrontare un lavoro complesso: specialistico e interdisciplinare.
Questo volume vede anche la partecipazione di altri due studiosi unici nel loro campo: Sergio Bonanzinga che mette insieme la storia, l'etnologia e l'antropologia per mostrarci in ampio disegno la varietà degli strumenti popolari, e Angela Bellia che unisce la storia, l'archeologia e l'iconografia per dare corpo ai suoni del passato. Come già l'elaborazione e la presentazione della scheda catalografica SM al mondo scientifico che non ha mancato di mostrare interesse e apprezzamento, questo volume, dopo i molti anni che dicono le fatiche di tutti, dà ragione dell'ottimismo di allora. [...]
Garofalo Girolamo (a cura di), Salvatore Cicero violinista. Percorsi artistici e vicende culturali nella Palermo degli anni Sessanta e Settanta, CRICD, Palermo 2006: quarto volume della collana del CRICD “Archivio Sonoro Siciliano”, con due CD allegati, restituisce alla pubblica fruizione la straordinaria vicenda artistica di Salvatore Cicero violinista di spalla dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. L’attività concertistica del musicista siciliano, resa attraverso il corpus di registrazioni della famiglia, unitamente a locandine, programmi di sala, fotografie e testimonianze di amici e colleghi, ricostruisce uno dei periodi più fecondi dal punto di vista culturale della storia di Palermo.
Saggi introduttivi di Roberto Pagano, Nino Titone, Paolo Emilio Carapezza.
Duo Cicero Masi, Associazione Amici della Musica di Cefalù, Palazzo Comunale, Sala delle Capriate, 24 agosto 1972
Eliodoro Sollima (1926-2000)
6)
Studi per violino e clarinetto (1961) PRIMA INCISIONE DISCOGRAFICA I Liberamente, Il Allegro ritmico, III Moderato, IV Presto"
7:06
Duo Salvatore Cicero (violino) Vittorio Luna (clarinetto), sessione di studio in casa Cicero, in vista del concerto del 2 aprile 1972 per il Centro Studi e Iniziative di Partinico (fondato da Danilo Dolci) presso l'Auditorium del Borgo di Trappeto [data non indicata]
Bis al termine del concerto dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore Marcello Panni, Ass. Siciliana Amici della Musica, Stag. 1968-69, Palermo, Teatro Biondo, 27 marzo 1969
Terza Settimana internazionale Nuova musica, GUNM, Palermo, Sala Scarlatti del Conservatorio Bellini, 5 settembre 1962, (prima esecuz. assoluta), per concessione della RAI
Trio di Palermo, da una trasmissione RAI, dalla sede Regionale Siciliana, 1973. Rubrica Concerto del giovedl, a cura di Helmul Laberer, in collaborazione con l'Associazione Amici della Musica di Marsala, Stagione 1972-73, Marsala. Aula magna Istituto Agrario, concerto del 26 novembre 1972
Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore Marcello Panni, EAOSS, Stagione 1968-69, Palermo, Teatro Biondo, prova generale del concerto del 27 marzo 1969
Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore Gabriele Ferro, EAOSS, Stagione 1975 Cefalù, Teatro Comunale (oggi intitolato a Salvatore Cicero), 14 febbraio 1975
Ottavio Ziino (1902-1995)
6)
Concerto per violino (1982) PRIMA INCISIONE OISCOGRAFICA [in un tempo, dedicato a Salvatore Cicero]
28:11
Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore Ottavio liino, EAOSS, Stagione 1981-82 Palermo, Teatro Golden, 21 maggio 1982 (prima esecuzione assoluta)
dal Concerto n. 3 per due violini e archi in re minore BWV 1043 di J. S. Bach. Giovani Cameristi Siciliani, direttore Salvatore Cicero, solisti Leopoldo Fichera e Vito Baschi, Associazione Siciliana Amici della Musica, Stagione 1981-82. Concerti decentrati e nelle scuole, Palermo, Liceo Scientifico Cannizzaro, 13 febbraio 1982
Eliodoro Sollima (1926-2000)
Divertimento su canti popolari sicì/iani (1976) PRIMA INCISIONE DISCOGRAFICA
Giovani Cameristi Siciliani, direttore Salvatore Cicero, solista al pianoforte Donatella Soli Ima, Jugend und Musik in Wien, ORF (Òsterreichischer Rundfunk), 12 luglio 1977
Orchestra Sinfonica Siciliana, direttore Gabriele Ferro, EAOSS, Stagione 1981-82 Palermo, Teatro Golden, 1 agosto 1982 (ultimo concerto con l'EAoss, registrazione gentilmente concessa da Franco Guerrera)
Il Centro regionale per l’inventario, la catalogazione, la documentazione e Filmoteca regionale propone, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, la ristampa del Vademecum e de Le gite patriottiche di Pietro Merenda, pubblicati nel 1910 dalla Sezione di Palermo del CAI in occasione del cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
L’edizione, che si presenta oggi, è arricchita da alcuni saggi che analizzano il territorio dal punto di vista urbanistico, antropologico e storico artistico con l’ausilio di una ricca documentazione grafica e fotografica. Il cofanetto contiene, oltre al volume, delle tavole – con documenti cartografici storici e fotografie aeree e panoramiche, realizzate in epoche diverse – che mostrano le permanenze storiche e culturali e le trasformazioni del territorio.
Nel condurre questa ricerca i curatori dell’opera hanno seguito lo stesso percorso degli itinerari descritti da Pietro Merenda, al fine di porre in risalto lo stretto rapporto che lega i luoghi, teatro di eventi politici, sociali e militari, ai caratteri che hanno conferito loro una peculiare identità nel corso del tempo, sia sotto l’aspetto naturale e strutturale che antropico e culturale.Ne è scaturita, così, una sintesi interpretativa che identifica le principali caratteristiche del territorio, da cui emerge un sistema di segni che connota lo spazio sia dal punto di vista degli insediamenti costruttivi, abita tivi, produttivi e cultuali, che dei rapporti sociali tra gli uomini che lì hanno operato: gli usi preminenti del suolo, le coltivazioni sparse nel territorio, le vie di comunicazione, il sistema insediativo, i luoghi di culto, i monumenti, la toponomastica.Poiché i tratti del territorio che si estende da Renda a Palermo hanno subito nel corso del tempo profonde trasformazioni, che nel loro divenire hanno progressivamente cancellato i caratteri che maggiormente li denotavano storicamente, l’intendimento è stato quello di recuperare le testimonianze che di quel percorso si sono conservate sia, sotto l’aspetto storico che attuale, attraverso una documentazione fotografica e cartografica dei luoghi che illustra i cambiamenti che il territorio e la città hanno subito.
A tal fine si è attinto anche ai copiosi archivi documentari presenti in questo Centro che, sin dalla sua istituzione, conserva le foto e le cartografie storiche e attuali acquisite e prodotte nel corso della sua attività.
Questo lavoro è stato possibile grazie anche alla generosità di studiosi che hanno messo a disposizione i propri archivi e il proprio sapere, e fra questi mi preme ricordare il compianto ingegnere Cesare Barbera Azzarello che, nel corso della realizzazione del volume, è stato sempre prodigo di stimoli e suggerimenti che hanno consentito l’arricchimento della documentazione cartografica e bibliografica.
Maria Francesca Bonetti - Monica Maffioli (a cura di), L’Italia d’argento. 1839/1859 Storia del dagherrotipo in Italia, Firenze 2003. Catalogo della mostra allestita a Firenze, Sala d’arme di Palazzo Vecchio, 30 maggio – 13 luglio 2003; a Roma, Palazzo Fontana di Trevi, 26 settembre – 16 novembre 2003; a Palermo, Palazzo Branciforte, 7 maggio – 13 giugno 2004.
Il catalogo della prima grande mostra dedicata al dagherrotipo in Italia. Suddivisa in base all’articolazione territoriale dell’Italia pre-unitaria, la mostra presenta, tra gli altri, due preziosi dagherrotipi siciliani tratti dal fondo Arezzo di Trifiletti, oggi conservato presso la fototeca del CRICD.
Da una raccolta di libri antichi, apparentemente senza storia e disordinatamente collocati sulle mensole della biblioteca di una delle più belle dimore del periodo Liberty, Villino Favaloro (oggi di proprietà dell'Assessorato dei beni culturali e dell'Identità siciliana), si sviluppa un percorso volto a ricostruire l'identità dei proprietari e il loro ruolo nello spazio e nel tempo.
Si comincia dall'inventario e dalla catalogazione descrittiva di questi testi quasi esclusivamente di argomento giuridico, come momenti privilegiati per la loro conoscenza, sia dal punto di vista oggettuale, sia da quello contenutistico, per giungere all'individuazione della loro provenienza, facendo emergere una parte di storia patria ad oggi poco conosciuta.
Maurizio Zerbo (a cura di), CRICD, Palermo 2004: due CD audio allegati ad un libretto, presentano i brani più significativi, eseguiti da interpreti quali, Paul Jeffrey, Vito Giordano, l'Orchestra Jazz siciliana, Marvi la Spina, Mimmo Cafiero, della rassegna musicale dedicata nel 2002 a Charles Mingus in ricordo dei suoi celebri concerti a Palermo, nello storico scantinato del Brass Group.
CD 1
1. MACCHINA DEI SUONI:Better Git In Your Soul
2. PAUL JEFFREY NONET:Boogie Stop Shuffle
3. SESTETTO VITO GIORDANO:Things Ain't What They Used to Be
4. SESTETTO VITO GIORDANO:Jelly Roll
5. SESTETTO VITO GIORDANO:Song with Orange
6. PAUL JEFFREY NONET:Carolyn "Keki" Mingus
7. MACCHINA DEI SUONI:Eclipse
8. SESTETTO VITO GIORDANO:Pussy Cat Dues
9. MACCHINA DEI SUONI:Strollin'
CD 2
ORCHESTRA JAZZ SICILIANA:
1. Canon
2. Wolverine Blues
3. Freedom
4. Sketch n. 3
5. Goodbye Pork Pie Hat
6. Duke Ellington Sound of Love
Ad eccezione della 3. (M. Ellington/T. Persons) e della 9. (C. Mingus/G. Gordon) in CD 1, tutte le composizioni sono di Charles Mingus
Vito Giordano tromba; Francesco Marchese sax tenore; Salvatore Pizzurro trombone; Mauro Schiavone pianoforte; Giuseppe Costa contrabbasso; Giuseppe Urso batteria.
Orchestra Jazz Siciliana diretta da Jack Walrath:
Jack Walrath, Vito Giordano, Domenico Riina, Giovanni Guttilla, Faro Riina, Pietro Pedone trombe; Salvatore Pizzurro, Salvatore Pizzo, Valerio Barrale, Fabio Piro tromboni; Gaetano Tucci, Francesco Marchese, Giampiero Lo Piccolo, Antonino Pedone, Rita Collura sassofoni; Mauro Schiavone pianoforte; Giuseppe Costa contrabbasso; Giuseppe Urso batteria.
Il cd contiene indimenticabili registrazioni live della storica fondazione palermitana, coprendo un arco temporale che va dal 1976 al 1986. Ne sono protagonisti sette giganti del jazz moderno quali Charles Mingus (1976), Max Roach (1986), Chet Baker (1980), Gil Evans con l'Orchestra Jazz Siciliana (1986), Milt Jackson (1980) con Ray Brown al contrabbasso e Monty Alexander al pianoforte. Phil Woods (1984) e gli Sphere (1985) concludono un "parter de roi" di valore assoluto, con artisti che hanno avuto un'influenza decisiva sul jazz contemporaneo, sia a livello compositivo che sul piano dell'organizzazione sonora. Nomi consegnati alla grande storia del jazz, in grado di donare al pubblico imprevedibilità, fantasia, tensione emotiva, insieme a ciò che negli Stati Uniti si definisce "stamina": l'energia vitale, unica ed irripetibile del climax espressivo, favorito dalla dimensione live.
Come ciliegina sulla torta, l'energia cosmica della performance mingusiana, condotta all'insegna di forme aperte ed oscillazioni di tactus. Tutto da assaporare il lirismo apollineo di Baker, che ben si completa con la magniloquenza ritmica di Roach e la leggerezza solistica di Jackson, nell'interpretare brani immortali della tradizione come "But Not For Me" di Gershwin, "Round Midnight" di Monk e "Whisper Not" di Golson. Con la rivisitazione di "Azure", il duo Woods/Harrell ci regala momenti di intenso pathos, per un incontro condotto sul piano della pura poesia, mentre la trascinante rivisitazione in chiave post-boppistica di "Round Midnight" lascia intravedere l'intelligenza musicale di Max Roach, maestro incontrastato del jazz drumming moderno. Le due gemme mingusiane ("Orange Was The Color Of Her Dress" e "Remember Rockefeller At Attica") completano una pubblicazione di inestimabile valore artistico e documentario.
Track List de "I grandi concerti. The Brass Group Palermo volume 2"
1. CHET BAKER: But Not For Me (G. & I. Gershwin) 15:02 Palermo, Teatro Biondo 18/03/1980
2. MILT JACKSON:Whisper Not (B. Golson) 7:54 Palermo, Teatro Biondo 15/12/1980
3. GIL EVANS/BRASS GROUP BIG BAND: Orange Was The Color Of Her Dress, Then Blue Silk (C. Mingus) 5:06 Palermo, Teatro Golden 28/04/1986
4. CHARLES MINGUS:Remember Rockefeller At Attica (C. Mingus) 10:08 Palermo, Brass Group Jazz Club 26/03/1976
5. PHIL WOODS:Azure (D.Ellington/ I. Mills) 10:16 Palermo, Teatro Europa 14/03/1984
6. SPHERE:Tayamisha (Buster Williams) 14:11 Palermo, Teatro Golden 14/11/1985
7. MAX ROACH:'Round Midnight (Williams/Monk/Hanighen) 15:04 Palermo, Teatro Metropolitan 04/03/1986
Formazioni:
Chet Baker Quartet:
Chet Baker tromba, voce; Dennis Luxion pianoforte; Nicola Stilo flauto; Riccardo Del Fra contrabbasso.
Milt Jackson Quartet:
Milt Jackson vibrafono; Monty Alexander pianoforte; Ray Brown contrabbasso; Grady Tate batteria.
Brass Group Big Band:
Gil Evans direzione, pianoforte; Claudio Brocato, Pietro Pedone, Giovanni Maniscalco, Domenico e Faro Riina tromba; Danilo Terenzi, Pietro Piazza, Giuseppe Sapienza, Salvatore Pizzo, Salvatore Pizzurro trombone; Orazio Maugeri, Claudio Montalbano.